Bonus casa con doppia aliquota Seconde abitazioni più sfavorite
Agevolazioni. La manovra fa scattare la cura dimagrante per le detrazioni fiscali sui lavori edilizi La percentuale massima sarà del 50%. Al 75% soltanto la rimozione delle barriere architettoniche
Superbonus addio. Stop agli sconti per le caldaie a metano e al bonus giardini. E tanti tagli: per le seconde case, per i cappotti termici, per le pompe di calore, per la messa in sicurezza antisismica. Dopo molti mesi di lavoro e di messa a punto, arrivano le sentenze definitive sul mondo delle agevolazioni fiscali per la casa.
La legge di Bilancio 2025 (legge 207/2024) si presenta all’avvio del nuovo anno come l’intervento di cambiamento più sostanziale nel settore degli sconti per le ristrutturazioni dopo la nascita del superbonus. Se le riforme di metà 2020 avevano puntato ad allargare a dismisura le maglie degli investimenti pubblici sull’edilizia privata, quelle del 2025 vanno nella direzione esattamente opposta: mordono il freno e cercano di invertire una tendenza che, secondo la lettura del Governo, nei mesi scorsi era diventata preoccupante.
Chi vuole ristrutturare il proprio immobile da quest’anno, allora, avrà meno risorse a disposizione. Il panorama delle agevolazioni per la casa è caratterizzato, in generale, da numeri più piccoli: quindi, sconti più bassi e tante situazioni di esclusione. Volendo semplificare, siamo davanti a una sorta di bonus unico che, nelle sue varie versioni, avrà sempre la medesima declinazione secondo una doppia aliquota: il 50% per le prime case e il 36% per quelle diverse dall’abitazione principale. Su questo livello di agevolazione sono stati tarati tutti i diversi bonus prorogati dalla manovra.
In alcuni casi il cambiamento sarà minimo. Chi, ad esempio, ristruttura una prima casa con un intervento di manutenzione straordinaria “classico”, come il rifacimento del bagno o la messa a norma dell’impianto elettrico, non vedrà nessun cambiamento. Come nel 2024, avrà a disposizione il 50% di detrazione.
Le cose cambiano molto, invece, per le seconde case, che passano al 36%: anche le case in locazione, allora, saranno escluse dai bonus più corposi. Sul punto – va detto – ci saranno molte incertezze perché la definizione di seconda casa rischia di non essere così lineare e di generare delle situazioni anche paradossali, come nel caso di chi acquista l’unità immobiliare e prima di trasferivi la residenza (rendendola così abitazione principale) deve sostenere spese di ristrutturazione che però sarebbero agevolate con l’aliquota più bassa. Con possibili ricadute anche sui lavori di manutenzione in ambito condominiale. Chi ha un’abitazione principale, infatti, manterrà l’agevolazione al 50 per cento. Chi ha una seconda casa, invece, scenderà al 36% e potrebbe essere meno interessato a dare il via libera e a pagare i lavori.
In altre situazioni il salto all’indietro sarà molto rilevante: il sismabonus passa nel giro di pochi giorni dall’85% massimo al doppio sconto 50-36% (sempre per prime e seconde case), riservato a tutti i lavori.
Destino identico per molti prodotti che nel 2024 godevano ancora del 65%, ma che passano al 50 o al 36 per cento. Succede per le pompe di calore e proprio per gli ibridi, composti da una pompa di calore e da una caldaia a condensazione. Per le caldaie a metano, per rispettare le direttive europee, non ci saranno più sconti, tranne che nella configurazione ibrida, che resta agevolata. E saltano anche gli sconti del bonus verde, dedicati alla sistemazione di giardini e piante.
Ancora, da quest’anno diremo di fatto addio al superbonus. Sarà ancora disponibile solo per chi aveva cantieri avviati alla data del 15 ottobre del 2024 e solo con un livello di agevolazione piuttosto basso, rispetto al passato recente: il 65 per cento. Sopra la soglia del 50%, a conti fatti, resterà soltanto una strada percorribile: quella del bonus per la rimozione di barriere architettoniche, che resta ancora al 75 per cento. Sarà, però, più difficile richiederlo rispetto al recente passato. Non potrà essere usato per rifare i bagni e cambiare gli infissi ma solo per ascensori e montacarichi, elevatori esterni all’abitazione, sostituzione di gradini con rampe e realizzazione di strumenti che «attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, favoriscono la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di disabilità grave».
A questo si aggiunge l’incrocio “pericoloso” con la stretta sulle detrazioni per i redditi oltre i 75mila euro (si veda anche pagina 15), che obbligherà a tener conto dei massimali calcolati in base ai coefficienti per i figli a carico per le spese sostenute a partire dal 2025. Un’ulteriore limitazione della capacità di recupero per gli oneri pagati per risistemare o rendere più efficiente la casa.