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Restituzione anticipata di versamenti in conto futuro aumento capitale e configurazione fattispecie di bancarotta

Restituzione versamenti e bancarotta

La Cassazione, con la sentenza n. 41536 del Tribunale di Milano, della Quinta Sezione Penale, ha stabilito che restituire ai soci le somme versate per un futuro aumento di capitale configura il reato di bancarotta fraudolenta, in quanto provoca un “impoverimento ingiustificato della società”.

 

Il caso

Un amministratore era stato condannato per aver restituito ai soci “34mila euro” inizialmente versati come contributi destinati a un futuro aumento di capitale. La difesa aveva sostenuto che l’operazione fosse irrilevante sul piano penale, ma la Cassazione ha confermato la condanna, sottolineando la funzione di garanzia che tali somme svolgono per i creditori

 

La distinzione tra mutui e versamenti per aumento di capitale

La Corte ha chiarito che le somme versate dai soci in vista di un aumento di capitale:

  • Non sono equiparabili a finanziamenti o mutui, poiché non è previsto un diritto automatico al rimborso.
  • Devono essere considerate parte del capitale di rischio della società.
  • Vanno iscritte nello stato patrimoniale tra le riserve e possono essere utilizzate solo per:
    • Ripianare le perdite.
    • Aumentare gratuitamente il capitale sociale, imputandole proporzionalmente ai soci.

 

Restituzione vincolata al mancato aumento di capitale

Il diritto dei soci di ottenere la restituzione delle somme sorge solo se:

  • Non viene adottata una delibera di aumento di capitale entro un termine fissato.
  • Non è stabilito alcun termine: in questo caso, le somme rimangono vincolate fino all’eventuale decisione di non procedere con l’aumento.

In assenza di questi presupposti, l’amministratore non può restituire le somme liberamente. Qualsiasi restituzione non autorizzata:

  • Compromette il patrimonio della società.
  • Può creare una liquidità apparente che inganna i creditori sulla reale situazione finanziaria.

 

Implicazioni nel caso concreto

Nel caso specifico:

  • La società si trovava in una grave situazione di liquidità e con alti livelli di indebitamento.
  • Le restituzioni sono state effettuate in un momento in cui la società non era più in grado di soddisfare regolarmente i propri creditori.
  • La restituzione ha ulteriormente aggravato la posizione economica della società, danneggiando i creditori.

 

Conclusioni della Cassazione

La sentenza sottolinea che le somme versate per un futuro aumento di capitale costituiscono una garanzia patrimoniale per i creditori. Restituirle senza rispettare le condizioni previste dalla legge espone la società e l’amministratore al rischio di “bancarotta fraudolenta”, soprattutto se questa prassi viene utilizzata in modo elusivo per impoverire il patrimonio sociale.